Allegorie dantesche e miti ovidiani nel canto XXV dell’Inferno, della Divina Commedia

Autori

DOI:

https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i47p4-18

Parole chiave:

Dante Alighieri, Ovidio, Mitologia Latina, Intertestualità

Abstract

Il presente lavoro ha come obiettivo presentare uno studio del dialogo intertestuale tra il canto XXV dell’inferno della Divina Commedia e l’opera del poeta latino Ovidio. Nel canto in questione, in cui l’autore porta dei segni espliciti del dialogo intertestuale, le figure mitologiche di Caco, Cadmo e Aretusa appaiono, ognuna a modo suo, come parametri di un modello che Dante dichiara aver l’intento di superare. Dunque, nella costruzione della narrativa della bolgia dei ladri, nel cerchio dei fraudolenti, questo canto mette a fuoco due penitenti che subiscono orribili metamorfosi, e l’autore fiorentino, mentre utilizza alcune procedure e temi ovidiani, cerca di intensificarne gli effetti, contrastando in effetti con l’autore latino. In questo modo, basandosi sugli studi precedenti intrapresi da Curtius, (2013), Ledda (2015) e Carney (2012), questo articolo si propone di illustrare come la polemica intenzionale con Ovidio e la dantesca esplorazione poetica dell’orrore corporale verificata già in Ovidio può fungere allegoricamente da commento sulla concezione di poesia nel Medioevo e sul processo creativo del poeta fiorentino.

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Biografia autore

  • Gisele de Oliveira Bosquesi, Universidade Federal do Rio Grande do Sul - UFRGS

    Gisele de Oliveira Bosquesi ha eseguito il suo dottorato di ricerca in Teoria Letteraria presso l’UNESP di São José do Rio Preto e attualmente lavora come docente di lingua e letteratura italiana presso l’Università Federal del Rio Grande do Sul – UFRGS, Brasile.

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Pubblicato

22-12-2023

Fascicolo

Sezione

Artigos

Come citare

Bosquesi, G. de O. (2023). Allegorie dantesche e miti ovidiani nel canto XXV dell’Inferno, della Divina Commedia. Revista De Italianística, 47, 4-18. https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i47p4-18